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Storia, mito, leggenda…come nasce il feltro?

Leggenda, mito, storia si fondono quando si parla dell’invenzione del feltro. Si narra che l’apostolo Giacomo di Zebedeo, fratello di Giovanni evangelista, andando per il mondo a testimoniare la dottrina di Gesù abbia escogitato un sistema per alleviare le sofferenze provocate dalle lunghe marce.

Raccolse dei ciuffi di lana che i montoni la sciavano attaccati ai cespugli e ne fece un morbido strato fra il piede e i sandali. Dopo qualche tempo si accorse che la lana si induriva grazie alla pressione, all’umidità e al sudore.

Quel compatto sottopiede segnò la nascita del feltro. Si era infatti naturalmente prodotto il processo di agglutinamento che è tuttora l’operazione fondamentale nella fabbricazione di questo materiale.

È vero che gli antichi avevano l’abitudine di cercare un inventore per ogni cosa. Ma ciò che va oltre la leggenda è il fatto che già le prime corporazioni dei cappellai tributavano a san Giacomo una particolare venerazione. E tutt’oggi viene considerato protettore dell’ “arte” dei cappellai.

Certo la leggenda rientra anche nel gusto medievale dell’aneddoto agiografico. Tuttavia non si può ignorare il ruolo che il culto di questo santo ebbe nella diffusione e nello sviluppo del feltro.

Il feltro lungo le vie di Santiago

Secondo la tradizione, un eremita di nome Payo (diminutivo di Pelayo) venne attirato da luci a forma di stella sul monte Libredòn. Il vescovo Teodomiro interessato dallo strano fenomeno scoprì in quel luogo una tomba contenente tre corpi. Uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé“. La località fu chiamata Santiago de Compostela, la cui etimologia deriva dal latino “campus stellae“. Da allora divenne meta di uno dei pellegrinaggi più popolari del Medioevo.

Proprio i viaggi devozionali verso Compostela divennero anche occasione di scambi e commerci. Gli itinerari iniziarono ad essere costellati di luoghi di sosta e monasteri. La pregiata lana merinos, utilizzata per i feltri più fini, trovò in queste strade della fede la via per trasformarsi in merce di scambio.

Di Anastasia Nicu per ModaItaly News

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